Dopo un’indagine lunga e complessa, iniziata nel 2019 e portata avanti con intercettazioni, controlli, analisi dei tabulati e pedinamenti e nata dalla denuncia di un imprenditore, stamattina sono state poste agli arresti domiciliari sei persone:
Mauro Cazzaro, costruttore di Trebaseleghe; Battista Camporese, direttore generale della casa di cura padovana Villa Maria; Nicola Fragomeni, in Consiglio Comunale di Santa Maria di Sala dal 1995 e due volte sindaco e coordinatore del partito del sindaco di Venezia Brugnaro “Coraggio Italia”; Ugo Zamengo, ingegnere libero professionista con studio a Santa Maria di Sala, in Consiglio comunale di Santa Maria di Sala dal 2002 e sindaco dal 2002 al 20007; Carlo Pajaro, geometra dirigente del settore tecnico del Comune di santa Maria di Sala e Marcello Carraro, architetto libero professionista con studio in Santa Maria di sala.
Una prima indagine riguarda consistenti tangenti (il 10-15%, poco più di 100mila euro secondo il procuratore di Venezia , Bruno Cherchi) che sarebbero state chieste dagli amministratori per favorire la costruzione di una Casa di riposo nel territorio comunale in cambio delle tangenti versate da imprenditori compiacenti. Gli indagati avrebbero attivato una collaborazione per mettere in contatto gli imprenditoricon privati cittadini per l’acquisizione di un terreno per il quale sarebbe stato sottoscritto un preliminare di acquisto subordinato alla modifica della destinazione d’uso, necessaria ad accogliere la struttura sanitaria. E proprio per approvare la delibera relativa al cambio di destinazione del terreno sarebbe stata chiesta una somma da dividere tra i due amministratori comunali.
l’Ulss 3 Serenissima, che doveva autorizzare l’avvio della struttura e la Regione Veneto, estranee all’indagine, non hanno poi deliberato l’assegnazione di posti letto per questa esigenza.
Una seconda indagine riguarda l’acquisto di mascherine e altri presidi sanitari, fatto durante l’emergenza COVID dall’allora sindaco Fragomeni con affidamento diretto ad un familiare che avrebbe avuto un guadagno illecito di 60mila euro.
Il procuratore Cherchi ha precisato che è emerso “Un sistema nel senso che ci sono più fatti relativi a richieste di denaro per attività pubbliche da parte di pubblici ufficiali. Siamo nella fase delle indagini preliminari quindi si tratta di valutazioni sulla base di indizi, non c’è l’accertamento di responsabilità, che si farà davanti al tribunale….”
Asteniamoci quindi da giudizi affrettati perché anche in questo caso vale la presunzione di innocenza, staremo a vedere le conclusioni della magistratura.
Giovanni Vanzetto