Voglio raccontare una news che molti avranno potuto seguire su Italia 1 in occasione del programma “le IENE”, andata in onda qualche mese fa: ovvero “Ridate a Marco Pantani la coppa del Giro d’Italia 1999″.
La storia di quel Giro d’Italia 1999 è nota: Marco Pantani lo aveva dominato in lungo e in largo ed era ormai avviato a conquistare la vittoria finale. Prima della partenza della tappa di Madonna di Campiglio, la penultima del Giro, il “Pirata”, come era soprannominato, fu fermato per un valore dell’ematocrito leggermente più alto del limite massimo consentito dai regolamenti che lo portò all’esclusione dalla corsa.
La precisazione da fare è la seguente: Pantani non fu mai trovato dopato, l’estromissione avvenne ufficialmente a scopo precauzionale, a tutela del corridore stesso, vista l’alta concentrazione di globuli rossi nel sangue. Una decisione che sconvolse anche il gruppo: Paolo Savoldelli, secondo in classifica, all’epoca si rifiutò di indossare la maglia rosa in segno di rispetto. Quel Giro, poi, lo vinse Ivan Gotti. Ma anche alla luce delle recenti rivelazioni e dei mai fugati sospetti di un vero e proprio complotto ai danni del Pirata, è tornata d’attualità la proposta: fare giustizia, scrivere sul Trofeo Infinito, il nome di chi quel Giro ’99 lo aveva vinto sulle strade, prima che gli venisse indebitamente strappato via.
Ecco allora coinvolgere l’azienda di Penello Mario di Vigodarzere per un nuovo Trofeo con inciso il nome del Pirata, il presidente di Rcs Media Group e patron del Giro d’Italia, Urbano Cairo, si è detto favorevole a questa forma di riconoscimento: “Dobbiamo farlo, sono d’accordissimo, mi è dispiaciuto tanto com’è finita“.
Luciano Martellozzo per Gente Salese