Era il 1909 e tutto è nato da un dispetto: il giro non doveva essere organizzato dalla Gazzetta dello Sport, si stava lavorando all’allestimento del Corriere della Sera, con il Touring club Italia e la Bianchi, il famoso marchio di biciclette, fondato da Edoardo Bianchi e già in diffuso agli inizi del 900. Si correva già il Tour de France dal 1903 ed il Giro di Lombardia dal1905.
Dopo alcuni “fallimenti” legati all’organizzazione di manifestazioni di ciclismo e auto si capì subito l’importanza di un giro d’Italia in bici, ecco allora quasi di prepotenza entrare la Gazzetta dello sport, ad anticipare il Corriere, pubblicando a pieni titoli (era il 1908) ”Nasce il Giro d’Italia in bicicletta”.
Ecco un piccolo assaggio di storia della corsa rosa: “ C’era una volta…..” le favole che le nonne raccontavano ai nipotini cominciavano così, per finire di solito con un lieto fine, ma qui il finale non c’è, non è ancora stato scritto, poiché la favola continua ormai da oltre 100 anni, 104 per l’esattezza. Anche S.Maria di Sala ha contribuito a scrivere un piccolo capitolo in questa infinita storia che un giorno potremo raccontare ai nostri nipotini: “Era il 30 di maggio del 2019, quando la 18a. frazione del 102 giro d’Italia vedeva l’arrivo nella terra dei campioni del pedale: S.Maria di Sala, premiata poi come miglior organizzazione, fiore all’occhiello del nostro comune…”. Ancora oggi quando ci si trova a parlare di due ruote subito si parla della tappa del giro e dei suoi campioni: Bevilacqua, Sabbadin e Benfatto hanno vinto ben 16 tappe alla corsa rosa, per passare poi ai titoli e le maglie Olimpiche con Vallotto, i mondiali e tricolori sempre con i Bevilacqua, Benfatto e Sabbadin.
Dopo Milano e Roma, la città della Mole è stata capitale dell’avvio di Tappa per ben tre edizioni; il 1961 è stata la consacrazione per Torino sede di partenza per festeggiare il centenario dell’Unità d’Italia in quanto nel 1861 fu sede del primo parlamento italiano. Nel 2011 fu l’occasione per il centocinquantesimo, ora il centosessantesimo dell’Unità. Fra il Capoluogo piemontese ed il Giro d’Italia è stato amore a prima vista fin dal 1909, nella tappa Genova-Torino quando Luigi Ganna, un muratore Varesino, fu il primo vincitore del Giro.
Tanti i ricordi di sport legati al capoluogo Piemontese, anche drammatici come la tragedia che colpì il grande Torino: l’aereo che riportava in Italia giocatori ed accompagnatori da Lisbona il 4 maggio 1949, andò a schiantarsi contro la collina della Basilica di Superga causando 31 morti. Quell’anno il giro rese omaggio a quei morti nella tappa dell’11 giugno, Pinerolo-Torino, passata per Superga, e vinta dal nostro Antonio Bevilacqua, mentre Fausto Coppi vinse il Giro.
Più recente la nascita della “Maglia rosa” che compie 90 anni. Questa icona è stata “inventata” nel 1931, un’idea per rendere visibile il leader della corsa. Il primo ad indossarla fu Learco Guerra. Tra le news la maglia rosa di quest’anno, per celebrare i 700 anni dalla morte di Dante, avrà scritta sul colletto : “disposto a salire a le stelle”, ultimo verso del Purgatorio.
Il Giro del 2021, giunto alla 104° edizione partirà da Torino per arrivare a Milano in 21 tappe, dopo il transito per 13 regioni sconfinando in Slovenia e Svizzera. La tappa più a sud sarà quella di Foggia.
I Plurivincitori della corsa rosa vedono: Binda, Coppi e Merckx con 5 giri;
Brunero, Bartali, Magni, Gimondi, Hinault con 3,
Galletti, Girardengo,Valetti,Gaul,Balbamion,Anquetil,Saronni,Indurain,Gotti,Simoni,Savoldelli con 2.
Il più giovane a vincere un giro: Fausto Coppi a 20anni.
Il meno giovane: Fiorenzo Magni a 34
Il vincitore di più tappe: Mario Cipollini con 42
Il maggior numero di maglie rosa: Eddy Merckx con 78.
Luciano Martellozzo per Gente Salese