Gente Salese

RICORDANDO ATTILIO BENFATTO A TRE ANNI DALLA SCOMPARSA

Nato a Caselle de’ Ruffi l’11 marzo 1943 e deceduto a Mirano il 5 aprile 2017, Attilio Benfatto è stato un ciclista su strada e pistard, professionista dal 1966 al 1977 che conta due vittorie di tappa al Giro d’Italia.
Sono passati tre anni dalla scomparsa del un nostro concittadino ciclista e viene ricordato anche a Mirano, dove ultimamente risiedeva. 

Attilio Benfatto, in giovane età, aveva lavorato per qualche periodo come carpentiere a Porto Marghera e poi, al termine della carriera di ciclista professionista, era diventato rappresentante di prodotti siderurgici. Aveva poi scoperto di essere malato di mesotelioma, patologia che nasce dalle cellule del mesotelio e che può essere associata all’esposizione all’amianto. La sua morte ha scosso i tanti appassionati di ciclismo italiani oltre i cittadini del miranese e del salese e il suo ricordo vive ancora oggi con i famigliari in primis, la moglie Francesca e i figli Raoul e Samanta.

Una “sbirciata” alla sua carriera ciclistica:

Benfatto esordì dedicandosi sia alla strada che alla pista: ottenne buoni risultati a livello nazionale, diventando campione italiano nell’inseguimento a squadre. Ottenne più convocazioni a livello dilettantistico, ma nel 1966 riuscì ad avere un contratto dalla squadra Salamini-Luxor TV, nell’attesa dell’arrivo di Vittorio Adorni.

Il 1967 fu un anno di apprendistato, al quale seguì un 1968 ricco di risultati, soprattutto al Giro d’Italia; le sue qualità lo fecero notare allo stesso Adorni, che lo inserì nella Scic. In quel Giro si piazzò al venticinquesimo posto, dopo essere arrivato secondo nella tappa di Brescia, terzo in quella di San Pellegrino e primo nella tappa finale di Milano.

Il 1970 lo vide partecipare anche al Tour de France, dove si piazzò sessantesimo, oltre che al Giro d’Italia (cinquantasettesimo). Nel 1971 decise di ritornare al ciclismo su pista, per dedicarsi al mezzofondo; nel 1972 ritornò alla vittoria al Giro d’Italia, aggiudicandosi la tappa di Reggio Calabria. Nel mezzofondo ottenne grandi risultati sia a livello nazionale sia mondiale: nel 1974 vinse la medaglia di bronzo iridata a Montréal.

Lasciato il ciclismo su strada, continuò a correre su pista, senza ottenere tuttavia buoni risultati; oltre a ciò, rimediò un infortunio che lo convinse ad abbandonare la carriera di ciclista per divenire un tecnico a livello giovanile.

Noi lo vogliamo ricordare non solo per i risultati ma per l’impegno a favore dei giovani, dove il buon Attilio ha speso davvero bene i suoi ultimi anni di vita. Ciao uomo di sport e di vita.

Luciano Martellozzo per Gente Salese