Nel commentario sociale capita di imbattersi nei “leoni da tastiera” ma capita anche di scorrere la pagina Facebook e trovare con stupore, un post dove le prime due parole sono “EROI INVISIBILI”… seguite da: “Aspetta l’autobus, sale, si reca al suo posto riservato, s’è occupato ti invita a spostarti, si accovaccia sotto al seggiolino del suo padrone senza dare fastidio. Giunta la sua fermata, che conosce benissimo, si avvicina alla porta per scendere, più lucido e attento dell’autista che deve aprirla quella porta. Un’incantevole spettacolo queste bestiole.”
Metto a fuoco e… sì, quel cane lo conosco! È Zumba! …E conosco anche il suo padrone da quando sono nata. Mi emoziono nel continuare a leggere quelle righe, scritte con tanta sensibilità che scaldano il cuore. Viene spontaneo condividerle, ma per chi non segue i social, magari funziona ancora il vecchio inchiostro. Ma chi è Zumba? È un cane guida (addestrato dal Servizio Cani Guida dei Lions) di razza labrador, nero, di 2 anni che ogni giorno accompagna il suo padrone, divenuto cieco, in ogni suo spostamento. Lo conduce a lavoro, insieme salgono sull’autobus e raggiungono Venezia. Non è finita perché da Piazzale Roma, ogni giorno, raggiungono l’ospedale dei Santi Pietro e Paolo camminando sui masegni, scalando ponti e inoltrandosi in calli e campielli che costeggiano anche rii e canali. La bellissima Venezia non è una città facile né per chi la vive, né per chi la visita da normodotato per cui con tanta ammirazione penso a loro che arrivano ogni giorno a destinazione e poi tornano “normalmente” a casa.
Mi sono arrivati anche foto e video di Zumba ed E.C. che camminano, fianco a fianco, nelle “passerelle” di Venezia con ai lati l’acqua alta straordinaria di novembre 2019. Che emozione!
Quando ci si scontra con la disabilità, nei primi stadi è sempre scoraggiante, specie quando diventi “diverso” e hai la grande consapevolezza di ciò che hai perso e ciò che non puoi più fare. Ogni giorno si conclude con una stanchezza disumana perché il fisico risente di tutte quelle energie che vanno spese in più per riuscire nella quotidianità. Spesso in chi è segnato da questo destino si trova anche una grande forza, perché dopo aver passato un periodo nella disperazione, scatta quella molla del “ce la posso fare ugualmente!”
Mi viene spontaneo citare Alex Zanardi che da normodotato nell’automobilismo è stato campione Kart nel ‘97 e ‘98, e campione italianoSuperturismo nel 2005. Da diversamente abile nel paraciclismo ha conquistato quattro medaglie d’oro ai Giochi paralimpici di Londra 2012 e Rio 2016, e 8 titoli ai campionati mondiali su strada. Correva e vinceva prima e dopo l’amputazione delle gambe ha continuato a correre e a vincere. Il suo motto: “fare di un limite, un punto di partenza.”
Nella mia vita ho conosciuto una persona straordinaria che per capire i disagi di alcune invalidità si è bendata gli occhi e in seguito si è tappata le orecchie per un intero giorno così da immedesimarsi nelle persone che le vivono.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella Giornata Mondiale della Disabilità ha espresso questo pensiero: “Il nostro Paese ha nei nostri concittadini con disabilità un giacimento di energie, risorse e contributi di cui si priva perché non li mette in condizione di potersi esprimere: è l’obiettivo sociale e politico. Da questo rapporto emerge con chiarezza – ha proseguito – che il problema della disabilità non è di assistenza ma soprattutto di sostegno, per consentire l’opportunità di realizzazione di queste persone.”
Va un grazie alla persona di cuore che ha usato la tastiera per scrivere il post sugli “eroi invisibili”, perché non basta abbattere le barriere architettoniche ma deve cambiare la mentalità, perché come dice il Papa: “È immorale che ci siano persone in classe A e persone in classe B!”
Mara Ballan per Gente Salese