Gente Salese

MARA BALLAN CONQUISTA LA BASILICATA CON UNA POESIA IN VERNACOLO

Il 17 giugno scorso presso il palazzo della Società Operaia di Muro Lucano si è svolta la cerimonia di premiazione del Concorso Internazionale di Poesia e Narrativa San Gerardo Maiella edizione 2023. Oltre alla rosa di finalisti per ogni sezione sono stati assegnati dei premi speciali agli scrittori più meritevoli. Alla nostra concittadina Mara Ballan di Santa Maria di Sala con la poesia “Ga canbià stajon” è stato consegnato il Premio Speciale Unitrè di Muro Lucano. La poesia molto evocativa, scritta in vernacolo, descrive come avveniva un tempo la raccolta manuale delle pannocchie.

Nella splendida cornice di Muro Lucano, in questo borgo tra i più belli d’Italia, Mara ha letto la sua poesia scritta in dialetto veneto mentre la traduzione in italiano è stata letta da un attore di teatro locale. In sala erano presenti il marito Alessio e i due figli, Giorgio e Giulio, oltre ad un considerevole numero di appassionati della cultura, tra cui il presidente del premio, la presidente di Unitrè, la presentatrice della Gazzetta del Mezzogiorno, i professori componenti la  giuria e un musicista, che ha intervallato le letture con musiche appropriate per le varie sezioni.

Subito dopo la lettura, Mara ha ringraziato gli organizzatori del premio e la giuria alla quale, unitamente al pubblico presente in sala, ha raccontato come molti anni fa aveva pensato di abbandonare la scrittura in forma dialettale. “Ma trovandomi spesso a partecipare a concorsi con studiosi del nostro dialetto veneto mi sono resa conto che la mia generazione parla quasi esclusivamente un dialetto italianizzato, mi sono adeguata riuscendo però a conquistare riconoscimenti anche con scritti in italiano. Pochi mesi dopo, per pura combinazione, sono stata spinta a continuare con il “bilinguismo”. Mi sono, quindi, promessa di partecipare ad un concorso di poesia in vernacolo e lingue locali in Friuli, in Val Cellina a cui sono legata in modo particolare. Così non me la sono sentita di abbandonare il nostro meraviglioso idioma veneto incoraggiata anche da personalità della cultura italiana che hanno sempre apprezzato la musicalità del nostro linguaggio”.

Mara ha partecipato anche al concorso San Gerardo Maiella con una poesia in italiano dal titolo “Il castello addormentato” nella quale affiora, con struggente nostalgia, il riferimento al Castello di Stigliano. Un castello dove Mara ha festeggiato i suoi eventi e trascorso tanti momenti conviviali che le hanno lasciato ricordi indelebili e intense emozioni. Tutto questo è stato possibile anche grazie ad una persona alla quale è dedicata la poesia. Nei suoi componimenti premiati anche negli anni precedenti emerge sovente il legame con persone e luoghi del posto. Persone e luoghi che identificano ciò che siamo. Ciò che scrive è essenziale e insostituibile. “Un luogo diventa unico solo se in esso vi vibra un cuore… con esperienze profonde nel tempo” scrive la Dott. Lucia Boranga riferendosi ai componimenti di Mara. Ne sono un esempio la poesia “Quadro di vacanze estive” (premio regione Veneto al XVII concorso Stella e Antonio Norbiato a Spinea VE) nella quale riaffiorano memorie di estati lontane in Valcellina o “Via Desman 106” (premio speciale Società Operaia di Mutuo soccorso all’XI concorso internazionale San Gerardo Maiella a Muro Lucano PZ) nella quale oltre la porta chiusa di una casa disabitata, la sua casa natale, appare nitido e vivo il ricordo dei nonni materni.

La poesia “Via Desman 106” ha fatto parte anche del progetto “Alessandro Quasimodo, legge i poeti italiani contemporanei” ed. 2020.

Il Premio San Gerardo Maiella è stato arricchito dal libro con le poesie di tutti i poeti partecipanti dove Mara è stata inserita, totalizzando la quindicina di antologie con autori vari oltre ad essere presente nell’enciclopedia dei poeti italiani contemporanei ed. 2011.

“È un onore per Mara, avrebbe detto nonno Augusto, portare “pal mondo” anche solo pochi versi e piccoli scorci della nostra Città Metropolitana, e un premio con la poesia in veneto in Basilicata, no, non l’avrebbe mai pensato”.

GA CANBIÀ STAJON

Ga canbià stàjon
el penacio l’è maron.
Davanti el canpo tuto zaeo
fòje łonghe un fià piegae
che łe fa spìsa
che łe te strìsa.
Sposta na fòja,
movi cheł’altra
l’è un fato curioso
intanto me intròso.
In mezo ae cane del canpo
te pareva de no aver nesuni de fianco
invese se te stavi a scoltare
se sentiva un gran ciacoeare.
Sposta a sècia,
toi ‘na panòcia.
Fora del canpo
zènte de fianco
pa’ sta fadiga
tuti in camisa.
No se sentiva pì ciacołare
ghevimo finio de sunare.

Mara Ballan