Tra i corridori di Santa Maria di Sala che hanno contribuito a scrivere alcune delle pagine più belle del ciclismo un posto di rilievo lo occupa il campione olimpico a Roma 1960, Mario Vallotto.
Il corridore salese, nato nel 1933, si spense a soli 33 anni, il 22 aprile del 1966.
Era un ottimo passista che conduceva uno stile di vita impeccabile ed aveva uno stile elegante: “Era bello da vedere in bicicletta”, hanno ricordato con nostalgia i suoi amici.
Nonostante fosse uno specialista della pista, dove e si esprimeva ai massimi livelli nell’Inseguimento, Mario Vallotto ha ottenuto ottimi risultati anche su strada riuscendo ad aggiudicarsi nel 1958 l’ambito Gran Premio Industria e Commercio.
Mario iniziò a gareggiare difendendo i colori del Gruppo Ciclistico Aristide Coin di Mestre per passare poi all’Unione Ciclistica Vittorio Veneto e successivamente alla mitica Ciclisti Padovani. Proprio con quest’ultimo sodalizio riuscì ad alternare l’attività su strada e su pista conquistando i titoli italiani dell’Inseguimento nel 1958, 1959 e 1960.
Nel 1959, ai Campionati Mondiali di Amsterdam, conquistò una pesantissima medaglia d’argento alle spalle del mitico campione tedesco Rudy Altig.
Al culmine della carriere, nel 1959, il velocista salese vinse l’oro nell’Inseguimento a Squadre ai Giochi del Mediterraneo di Beirut. E proprio da questa vittoria partì la convocazione per le Olimpiadi di Roma 1960.
Ad affiancarlo nell’impresa olimpica altri grandi atleti come Arienti, Testa e Vigna. Un quartetto tutto d’oro che fece sognare i tifosi italiani e che raggiunse il massimo coronamento per la carriera di un atleta: quello di vincere le Olimpiadi.
Vallotto cambiò casacca nel 1961 passando alla Vov per chiudere quindi con l’Ignis senza però ottenere risultati di rilievo.
Il nostro Mario riposa a fianco del grande corridore salese Toni Bevilacqua, nel cimitero di Sant’Angelo, dove nel 2004 venne traslata la salma giunta da Padova, accompagnata da un lungo corteo scortato dai bersaglieri in bicicletta e dai suoi compagni e campioni olimpici Testa, Arienti e Vigna. Tutto fu reso possibile grazie alla disponibilità e alla sportività di Claudio Bernardi che si occupò di tutto.
L’Amministrazione Comunale di Santa Maria di Sala, con in testa il primo cittadino Ugo Zamengo, su sollecitazione del nostro Cavaliere Bruno Carraro, ha anche intitolato una via a Mario Vallotto, il nostro atleta che ha scritto di diritto il suo nome nella storia del ciclismo salese ed internazionale e la cui figura, nonostante la breve vita, rimane un esempio per le nuove generazioni di sportivi.
Luciano Martellozzo