È meglio la peggiore delle democrazie della migliore di tutte le dittature.
(Sandro Pertini)
Nonostante la guerra sia proseguita anche dopo il 25 aprile 1945, questo giorno viene convenzionalmente considerato quello della liberazione perché segna l’inizio dell’insurrezione di massa in tutta l’Italia settentrionale contro le truppe nazifasciste. La rivolta dei partigiani, a cui si unirono le truppe alleate, affrettò la dissoluzione della Repubblica Sociale Italiana, la ritirata dell’esercito tedesco e la fine del conflitto.
Il 75° anniversario della liberazione, in conseguenza delle note vicende legate all’emergenza Covid-19 verrà celebrato in modo del tutto differente rispetto ai 74 anni che lo hanno preceduto.
I festeggiamenti in tutta Italia saranno sobri ed online vista la quarantena in corso.
E’ tuttavia importante anche quest’anno celebrare la Liberazione, per ricordare i valori della solidarietà e della civile e pacifica convivenza e del rifiuto di qualsiasi discriminazione, affermati dalla Resistenza e dalla successiva Carta Costituzionale della nuova Repubblica Italiana. Valori che devono essere radicati, nelle coscienze dei cittadini e praticati nel quotidiano col rispetto dell’ordinamento costituzionale. “Coltivare la Memoria -dice Liliana Segre- è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare”
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